Condividiamo con voi il significato del termine:
"Epifania"
Un caro saluto da Serena ed Elena
Nella tradizione orientale (Cristiana greca ortodossa, per intenderci), questa festa celebra il battesimo di nostro Signore nel Giordano, non l’adorazione dei Magi.Il significato base della festa come un tutto è riassunto nel suo titolo “Epifania”, “manifestazione”, o più specificamente “Teofania”, “manifestazione di Dio”.
Il battesimo di Cristo nel Giordano è “una manifestazione di Dio” al mondo, in primo luogo perché rappresenta l’inizio del ministero pubblico di nostro Signore; ma secondariamente, e in un senso più profondo, poiché a questo battesimo fu assicurata la rivelazione al mondo della Santa Trinità.
Tutte e tre le Persone furono rese “manifeste” insieme; il Padre rese testimonianza dall’alto della divina figliolanza di Gesù; il Figlio ricevette la testimonianza di Suo Padre; e lo Spirito fu visto in forma di colomba, discendente dal Padre e restante sul Figlio. Questa triplice apparizione è il soggetto del tropario* della festa:
“Quando Tu, o Signore, fosti battezzato nel Giordano, l’adorazione della Trinità fu resa manifesta. La voce infatti del Genitore Ti rendeva testimonianza chiamandoti Figlio diletto e il Santo Spirito, sotto forma di colomba, conformava la parola infallibile. O Cristo Dio che Ti sei manifestato a noi ed hai illuminato il mondo, gloria a Te!”.
Questo tema della manifestazione o rivelazione è espresso in particolare sotto il simbolismo della luce: nelle parole del tropario appena citato, Cristo “è apparso ed ha illuminato il mondo”. Oltre al titolo Teofania, quella del 6 gennaio è conosciuta come la “Festa delle Luci” (in greco Eortì ton Fòton).
La Chiesa celebra in questo giorno l’illuminazione del mondo per mezzo della luce di Cristo; “Luce dalla Luce, Cristo nostro Dio ha illuminato il mondo, Dio si è fatto manifesto”; “Tu che hai portato la luce a tutte le cose con la Tua Epifania”; “Sebbene giaceste nel buio, ora gioite, poiché una grande luce vi è apparsa”.
Manifestazione, illuminazione – a questi due concetti ne va abbinato un terzo mento, quello di rigenerazione, ricreazione. Il battesimo di Cristo nel Giordano rinnova la nostra natura, poiché è il preludio al nostro battesimo alla fonte; e rinnova e rigenera, non soltanto la nostra natura umana, ma l’intera creazione materiale.
Per capire questa idea di rinnovamento, è utile chiedersi ciò che ci si chiede ripetutamente nei testi della festa: perché Cristo fu battezzato? Noi siamo battezzati perché siamo peccatori: scendiamo sporchi nell’acqua, ed emergiamo mondati. Ma che necessità aveva il Cristo, che è senza peccato, del battesimo nel Giordano?
A ciò i testi liturgici rispondono così: “Sebbene come Dio non necessitasse di purificazione, tuttavia per la salvezza dell’uomo caduto Egli è purificato nel Giordano”. Come uomo Egli è purificato ed anche io posso esserlo. “ Ma la discesa di Cristo nel fiume ha anche un altro significato. Quando il Cristo discese nelle acque, non soltanto Egli ci portò con Sé e ci purificò, ma Egli purificò la natura delle acque stesse.
Come sottolinea il tropario della conclusione della festa:“Cristo è apparso nel Giordano per santificare le acque”. La festa della Teofania ha quindi anche un aspetto cosmico. La caduta degli ordini angelici, e dopo la caduta dell’uomo, ha interessato tutto l’universo. Tutta la creazione di Dio fu con ciò distorta e sfigurata; per usare il simbolismo dei testi liturgici, le acque divennero una “tana di dragoni”. Cristo venne dunque sulla terra per redimere non solo l’uomo, ma – attraverso l’uomo – l’intera creazione materiale.
Quando Egli entrò nelle acque, raffigurando per anticipazione la nostra rinascita nella fonte, effettuò la purificazione delle acque, la loro trasfigurazione in un organo di guarigione e di grazia; Se l’acqua rappresenta un mezzo di grazia soprattutto nel sacramento del battesimo, essa è anche usata come un mezzo di santificazione in molte altre occasioni.
“Alla tua apparizione nel corpo, la terra fu santificata, le acque benedette, il cielo illuminato”.
Egli non rifiutò il battesimo da Giovanni:“Come un servo Tu hai abbassato la Tua testa sotto le mani del servo”. “Uno della Triade ha chinato il suo capo ed ha ricevuto il battesimo”. Per enfatizzare ciò più vividamente, riferimenti costanti sono fatti alla perplessità e all’esitazione del Battista: “Il Precursore tremò e gridò dicendo: Come può il lampo illuminare la Luce? Come può il servitore porre le sue mani sul Maestro?
O Salvatore, che hai tolto i peccati del mondo, santifica me e le acque”.
*tropario nome generico dato ai piccoli inni che costituisce la base di ogni composizione liturgica. La parola viene da trópos, modo: il tropario è pertanto un piccolo inno che si canta secondo un dato modulo musicale; il suo ritmo è basato sull’accento tonico.
tratto da: Mother Mary and P. Kallistos (Ware), “The Festal menaion”, Faber and Faber, London, 1969, pp. 55-59, trad. A.G. (in Italia Ortodossa [vecchia serie], anno V n. 17 1982).
"Epifania"
Un caro saluto da Serena ed Elena
Nella tradizione orientale (Cristiana greca ortodossa, per intenderci), questa festa celebra il battesimo di nostro Signore nel Giordano, non l’adorazione dei Magi.Il significato base della festa come un tutto è riassunto nel suo titolo “Epifania”, “manifestazione”, o più specificamente “Teofania”, “manifestazione di Dio”.
Il battesimo di Cristo nel Giordano è “una manifestazione di Dio” al mondo, in primo luogo perché rappresenta l’inizio del ministero pubblico di nostro Signore; ma secondariamente, e in un senso più profondo, poiché a questo battesimo fu assicurata la rivelazione al mondo della Santa Trinità.
Tutte e tre le Persone furono rese “manifeste” insieme; il Padre rese testimonianza dall’alto della divina figliolanza di Gesù; il Figlio ricevette la testimonianza di Suo Padre; e lo Spirito fu visto in forma di colomba, discendente dal Padre e restante sul Figlio. Questa triplice apparizione è il soggetto del tropario* della festa:
“Quando Tu, o Signore, fosti battezzato nel Giordano, l’adorazione della Trinità fu resa manifesta. La voce infatti del Genitore Ti rendeva testimonianza chiamandoti Figlio diletto e il Santo Spirito, sotto forma di colomba, conformava la parola infallibile. O Cristo Dio che Ti sei manifestato a noi ed hai illuminato il mondo, gloria a Te!”.
Questo tema della manifestazione o rivelazione è espresso in particolare sotto il simbolismo della luce: nelle parole del tropario appena citato, Cristo “è apparso ed ha illuminato il mondo”. Oltre al titolo Teofania, quella del 6 gennaio è conosciuta come la “Festa delle Luci” (in greco Eortì ton Fòton).
La Chiesa celebra in questo giorno l’illuminazione del mondo per mezzo della luce di Cristo; “Luce dalla Luce, Cristo nostro Dio ha illuminato il mondo, Dio si è fatto manifesto”; “Tu che hai portato la luce a tutte le cose con la Tua Epifania”; “Sebbene giaceste nel buio, ora gioite, poiché una grande luce vi è apparsa”.
Manifestazione, illuminazione – a questi due concetti ne va abbinato un terzo mento, quello di rigenerazione, ricreazione. Il battesimo di Cristo nel Giordano rinnova la nostra natura, poiché è il preludio al nostro battesimo alla fonte; e rinnova e rigenera, non soltanto la nostra natura umana, ma l’intera creazione materiale.
Per capire questa idea di rinnovamento, è utile chiedersi ciò che ci si chiede ripetutamente nei testi della festa: perché Cristo fu battezzato? Noi siamo battezzati perché siamo peccatori: scendiamo sporchi nell’acqua, ed emergiamo mondati. Ma che necessità aveva il Cristo, che è senza peccato, del battesimo nel Giordano?
A ciò i testi liturgici rispondono così: “Sebbene come Dio non necessitasse di purificazione, tuttavia per la salvezza dell’uomo caduto Egli è purificato nel Giordano”. Come uomo Egli è purificato ed anche io posso esserlo. “ Ma la discesa di Cristo nel fiume ha anche un altro significato. Quando il Cristo discese nelle acque, non soltanto Egli ci portò con Sé e ci purificò, ma Egli purificò la natura delle acque stesse.
Come sottolinea il tropario della conclusione della festa:“Cristo è apparso nel Giordano per santificare le acque”. La festa della Teofania ha quindi anche un aspetto cosmico. La caduta degli ordini angelici, e dopo la caduta dell’uomo, ha interessato tutto l’universo. Tutta la creazione di Dio fu con ciò distorta e sfigurata; per usare il simbolismo dei testi liturgici, le acque divennero una “tana di dragoni”. Cristo venne dunque sulla terra per redimere non solo l’uomo, ma – attraverso l’uomo – l’intera creazione materiale.
Quando Egli entrò nelle acque, raffigurando per anticipazione la nostra rinascita nella fonte, effettuò la purificazione delle acque, la loro trasfigurazione in un organo di guarigione e di grazia; Se l’acqua rappresenta un mezzo di grazia soprattutto nel sacramento del battesimo, essa è anche usata come un mezzo di santificazione in molte altre occasioni.
“Alla tua apparizione nel corpo, la terra fu santificata, le acque benedette, il cielo illuminato”.
Egli non rifiutò il battesimo da Giovanni:“Come un servo Tu hai abbassato la Tua testa sotto le mani del servo”. “Uno della Triade ha chinato il suo capo ed ha ricevuto il battesimo”. Per enfatizzare ciò più vividamente, riferimenti costanti sono fatti alla perplessità e all’esitazione del Battista: “Il Precursore tremò e gridò dicendo: Come può il lampo illuminare la Luce? Come può il servitore porre le sue mani sul Maestro?
O Salvatore, che hai tolto i peccati del mondo, santifica me e le acque”.
*tropario nome generico dato ai piccoli inni che costituisce la base di ogni composizione liturgica. La parola viene da trópos, modo: il tropario è pertanto un piccolo inno che si canta secondo un dato modulo musicale; il suo ritmo è basato sull’accento tonico.
tratto da: Mother Mary and P. Kallistos (Ware), “The Festal menaion”, Faber and Faber, London, 1969, pp. 55-59, trad. A.G. (in Italia Ortodossa [vecchia serie], anno V n. 17 1982).
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